Strumenti di accessibilità

ns. Prot. n. 424/Sede/2021: Note INAIL ed INPS -

Prot. n. 424/Sede/2021 - Arezzo, 12 marzo 2021

 

INAIL DI AREZZO: RIDUZIONE DEI PRIMI PER GLI ARTIGIANI ANNUALITA’ 2020

Con nota dello scorso 5 marzo l’INAIL di Arezzo ha informato che in www.lavoro.gov.it,  sezione Pubblicità legale, dal 17 febbraio 2021 è stato pubblicato con il numero repertorio 23/2021 il decreto 2 febbraio 2021 del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze (all. 1), che ha stabilito la riduzione spettante alle imprese artigiane, che non hanno avuto infortuni nel biennio 2018/2019, in misura pari al 6,81% dell'importo del premio dovuto per il 2020, come da delibera del Consiglio di amministrazione dell’Inail n. 181 del 13 ottobre 2020.

La riduzione in discorso, prevista dall’articolo 1, commi 780 e 781, della legge 27 dicembre 2006 n. 296, si applica solo al premio dovuto a titolo di regolazione per l’autoliquidazione 2020/2021 e spetta alle imprese iscritte alla gestione Artigianato in regola con tutti gli obblighi previsti in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro dal decreto legislativo n. 81/2008 e dalle specifiche normative di settore, che non abbiano registrato infortuni nel biennio 2018-2019 e che abbiano presentato la preventiva richiesta di ammissione al beneficio, barrando la casella “Certifico di essere in possesso dei requisiti ex lege 296/2006, art. 1, commi 780 e 781” nella dichiarazione delle retribuzioni 2019, inviata entro il 2 marzo 2020.

 

In allegato il decreto 02/02/2021 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il MEF (all. 1)

 

 

INPS DI AREZZO: RIDUZIONE DEI PRIMI PER GLI ARTIGIANI ANNUALITA’ 2020

DIREZIONE CENTRALE AMMORTIZZATORI SOCIALI
DIREZIONE CENTRALE TECNOLOGIA, INFORMATICA E INNOVAZIONE

 

Per opportuna conoscenza:

Premessa
Nella Gazzetta Ufficiale n. 51 del 1° marzo 2021 è stata pubblicata la legge 26 febbraio 2021, n. 21, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183 (c.d. milleproroghe).
Tale provvedimento, entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione, ha introdotto i commi 10-bis e 10-ter all’articolo 11 del citato decreto-legge, con i quali viene disposto un differimento dei termini decadenziali relativi ai trattamenti connessi all'emergenza epidemiologica da COVID-19 e assicurata la copertura dei relativi oneri finanziari.

Più dettagliatamente, il comma 10-bis dell’articolo 11 del decreto-legge n. 183/2020 differisce al 31 marzo 2021 i termini decadenziali di invio delle domande di accesso ai trattamenti collegati all'emergenza da COVID-19 di cui agli articoli da 19 a 22-quinquies del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, e successive modificazioni, e di trasmissione dei dati necessari per il pagamento o per il saldo degli stessi scaduti entro il 31 dicembre 2020.
Il medesimo comma prevede, altresì, che le disposizioni relative al differimento si applicano nel limite di spesa di 3,2 milioni di euro per l'anno 2021.

Con il presente messaggio si illustrano gli indirizzi che attengono alla portata della norma e si forniscono le relative istruzioni operative.

1. Domande oggetto del differimento

Rientrano nel differimento al 31 marzo 2021 tutte le domande di cassa integrazione (ordinaria e in deroga), di assegno ordinario (ASO) dei Fondi di solidarietà bilaterali di cui agli articoli 26 e 40 del D.lgs n. 148/2015, del Fondo di integrazione salariale (FIS), nonché quelle di cassa integrazione speciale operai agricoli (CISOA) connesse all’emergenza da COVID-19, i cui termini di trasmissione sono scaduti al 31 dicembre 2020. Come noto, la disciplina a regime, introdotta dal decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, come da ultimo confermata dall’articolo 1, commi 301 e 304, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 (legge di bilancio 2021), prevede che le domande di accesso ai trattamenti connessi all’emergenza epidemiologica da COVID-19 devono essere inoltrate all'Istituto, a pena di decadenza, entro la fine del mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di sospensione o di riduzione dell'attività lavorativa.
Ne deriva che possono beneficiare della moratoria dei termini decadenziali le domande di trattamenti connessi all'emergenza epidemiologica da COVID-19 riferite a periodi del 2020 fino a novembre 2020 compreso.

Si evidenzia che la previsione di cui al decreto-legge n. 183/2020, nell’introdurre il differimento dei termini decadenziali, lascia inalterata la disciplina dettata pro tempore dalle norme di riferimento. Conseguentemente possono beneficiare della proroga dei termini le istanze che rispettino le condizioni di accesso di volta in volta fissate dal legislatore, come illustrate nelle circolari e nei messaggi emanati dall’Istituto in materia. In particolare, si richiama l’attenzione sul rispetto della durata massima dei trattamenti prevista dalle singole disposizioni con riguardo ai periodi oggetto delle richieste, tenuto conto dei provvedimenti di autorizzazione già adottati che possono avere esaurito la disponibilità in relazione alle singole causali.

 

2. Modelli “SR41” e “SR43” semplificati. Oggetto del differimento

Beneficiano del regime di differimento anche le trasmissioni dei dati necessari per il pagamento diretto o per il saldo dei trattamenti connessi all’emergenza da COVID-19 i cui termini di decadenza sono scaduti entro il 31 dicembre 2020.

In relazione a quanto previsto dalla disciplina a regime, come da ultimo declinata dall’articolo 1, comma 302, della legge di bilancio 2021, in caso di pagamento diretto delle prestazioni da parte dell'Istituto, il datore di lavoro è tenuto a inviare all’INPS tutti i dati necessari per il pagamento o per il saldo dell'integrazione salariale (modelli “SR41” e “SR43” semplificati) entro la fine del mese successivo a quello in cui è collocato il periodo di integrazione salariale ovvero entro 30 giorni dalla notifica della PEC che contiene l’autorizzazione, se tale termine è più favorevole all’azienda.
 
Tanto premesso, il differimento al 31 marzo 2021 riguarda le trasmissioni riferite a eventi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa connessi all’emergenza epidemiologica da COVID-19 terminati a novembre 2020 ovvero a quelli la cui autorizzazione è stata notificata all’azienda entro il 1° dicembre 2020.

3. Modalità operative

3.1 Nuove domande di accesso ai trattamenti

I datori di lavoro che, per i periodi oggetto del differimento come descritti al paragrafo 1, non avessero inviato istanze di accesso ai trattamenti, potranno trasmettere domanda entro e non oltre il termine del 31 marzo 2021. A tal fine, dovranno essere utilizzate le medesime causali relative all’emergenza epidemiologica da COVID-19, già istituite con riferimento alle singole discipline, come riepilogate nell’Allegato n. 1 al presente messaggio.

3.2 Domande già inviate e respinte o accolte parzialmente per intervenuta decadenza

Per quanto attiene alle domande di accesso ai trattamenti, che ricadono nei periodi per cui opera il differimento dei termini, già inviate e respinte con una motivazione riconducibile alla sola tardiva presentazione della domanda – e, quindi, per intervenuta decadenza dell’intero periodo richiesto - i datori di lavoro, ai fini del riconoscimento dei periodi ricompresi nelle domande trasmesse, non dovranno riproporre nuove istanze.
 
Con riferimento alle domande già inviate e accolte parzialmente per i soli periodi per i quali non era intervenuta la decadenza, i datori di lavoro, ai fini dell’accoglimento anche dei periodi decaduti e rientranti nel differimento dei termini previsto dall’articolo 11, comma 10-bis, del decreto-legge n. 183/2020, dovranno trasmettere una nuova istanza esclusivamente per tali periodi.
 
Le Strutture territoriali, attuando le più ampie sinergie con aziende e intermediari autorizzati, provvederanno all’istruttoria e successiva definizione delle istanze già inviate secondo le indicazioni che saranno fornite con separato messaggio.

3.3 Modelli “SR41” e “SR43” semplificati

I datori di lavoro che, per i periodi oggetto del differimento come descritti al paragrafo 2, non avessero mai inviato i modelli “SR41” e “SR43” semplificati, potranno provvedere alla relativa trasmissione entro e non oltre il termine del 31 marzo 2021.
 
Con riferimento ai modelli “SR41” e “SR43” semplificati, riferiti a pagamenti diretti ricompresi nel medesimo arco temporale oggetto di differimento, già inviati e respinti per intervenuta decadenza, i datori di lavoro non dovranno riproporne l’invio. Le Strutture territoriali provvederanno, infatti, alla liquidazione dei trattamenti autorizzati, secondo le istruzioni che saranno fornite con successivo messaggio.

Il Direttore generale vicario

Vincenzo Caridi

 

INPS di AREZZO: Progetto Co-partecipazione degli intermediari nella generazione di valore pubblico. Rilascio del Servizio Evidenze per Aziende e Intermediari

Su invito del Direttore INPS di Arezzo, dott. Alessio Rosi, la seguente comunicazione:

 

Nuovo Cassetto Previdenziale del Contribuente” e “Comunicazione Bidirezionale 2.0”- Servizio Evidenze per Aziende e Intermediari -
Con messaggio 4702 del 14/12/2020 è stato comunicato il rilascio del “Nuovo Cassetto Previdenziale del Contribuente” e “Comunicazione Bidirezionale 2.0”, le cui funzioni sono state integrate dal modulo  Evidenze 2.0  che consente agli intermediari, nonché ai datori di lavoro titolari di abilitazione, di individuare autonomamente le anomalie di particolare rilevanza relative alle posizioni contributive (matricole aziendali) in delega e di intervenire sulle singole evidenze risolvendo le problematiche rilevate.
 
Nel messaggio 1028 del 11/03/2021 sono illustrate tutte le funzionalità del modulo Evidenze 2.0, finalizzate a snellire e rendere più accessibile le informazioni e l’intervento degli intermediari per la gestione e aggiornamento delle posizioni contributiva.
 
La funzionalità permette, con un solo click, la contestualizzazione dell’intero cassetto sulla posizione contributiva per la quale è stata rilevata l’evidenza, permettendo di accedere in modo immediato a tutte le informazioni necessarie per identificare e risolvere l’anomalia.
È inoltre possibile, in modo integrato ed in un unico punto, inviare richieste o comunicazioni all’Istituto e prenotare eventuali appuntamenti.
 
La funzione “Evidenze” offre suggerimenti e indicazioni operative da seguire per la risoluzione delle anomalie, e per alcune tipologie è stato reso disponibile anche un breve help esplicativo.
 
Eventuali richieste di supporto amministrativo dovranno essere veicolate tramite il consueto canale di “Comunicazione bidirezionale” presente nel Cassetto Previdenziale, selezionando i relativi oggetti (vedi allegato 1 del messaggio 4702/2020)
 
Ulteriore utile strumento a supporto della sistemazione delle evidenze è il “Vademecum UniEMens”, realizzato in sinergia con il Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro e pubblicato con il messaggio n. 4271 del 13 novembre 2020.
 
Per gli approfondimenti sulle funzionalità dei vari strumenti, si invita a prendere visione delle disposizioni sopra citate.

In allegato Hermes 001028/2021 - 

 

Cordiali saluti.

Il Presidente

dott. Giovanni Grazzini